Infornare a 170° per circa 10-12 min.
Infornare a 170° per circa 10-12 min.
La Ciaccia o Schiacciata all’uva è una focaccia dolce tipica della Toscana ma difusissima in tutto il centro Italia.
E’ una prelibatezza che, in questo periodo – tra settembre ed ottobre – sarebbe un vero peccato rinunciarvi. Fa parte di quella categoria di ricette che adoro, le ricette della memoria…quelle che attraverso i loro semplici ingredienti ci raccontano pezzi della nostra storia.
La Ciaccia all’uva è una ricetta di origine contadina, con semplici ingredienti reperibili durante il periodo della vendemmia : pasta di pane lievitata ed uva nera da vino.
Non ci sono grandi segreti per la preparazione di questa focaccia se non la scelta dell’uva che dovrà avere chicchi piccoli e succosi, capaci di conferire alla schiacciata la caratteristica morbidezza e l’inconfondibile sapore.
Grazie alla mia amica Federica che proprio ieri mi ha omaggiato di una bella cassettina di grappoli d’uva appena raccolti, oggi mi è sembrato d’obbligo preparare questa bontà.
Se non l’ avete mai provata vi consiglio vivamente di preparala, è il momento giusto…vedrete che ogni anno aspetterete con ansia questo periodo per riassaporare questa morbida e succulenta Ciaccia all’uva.
Buona ciaccia!!!
Qualche mese fa ho avuto l’opportunità di partecipare ad un corso di cucina presso l’Università dei Sapori di Perugia, un centro formazione e cultura dell’alimentazione che prevede numerosissimi corsi di qualifica professionale ( con altissimo livello di occupabilità dei corsisti ), ma anche interessanti corsi amatoriali.
L’Università dei Sapori è, inoltre, protagonista di progetti volti alla valorizzazione e promozione delle eccellenze agroalimentari del territorio.
Potrete già immaginare quale sia stata la mia impressione sul corso. Si! Super positiva…senza ombra di dubbio!
Infatti, ad di là del validissimo corso in sè, ho avuto modo di conoscere ed apprezzare questo centro, la sua mission, la struttura ( nuovissima e all’avanguardia ) ed alcuni dei bravissimi professionisti che ci lavorano.
Insomma una gran bella realtà, e per di più tutta umbra ( scusate ma un po’ di campanilismo in questi casi è d’obbligo)!!!!
Il corso a cui ho partecipato è stato, ovviamente un corso amatoriale, uno dei molti proposti dal settore “ CUOCHI A PUNTINO”, ciclo tutto dedicato ai corsi amatoriali ( ce ne sono veramente per tutti i “gusti”!!!).
In un laboratorio moderno ed attrezzato, dove ogni partecipante poteva usufruire di una sua postazione completa ( a mò di Masterchef!!!), sotto la guida attenta e professionale di chef …., nell’arco di 3 serate ci siamo dilettati nella preparazione di un menù completo, dall’antipasto al dolce ( compresa la fase dell’assaggio !!!).
Lo chef ci ha messo a conoscenza di alcune sue ricette, impartito consigli e segreti per la riuscita dei piatti preparati ed in generale su alcune tecniche di base.
Un’esperienza davvero stimolante che spero di poter ripetere presto con un altro corso dei CUOCHI A PUNTINO!!!!
Ma dico…avete presente come sono immangiabili quei panini che si trovano pronti, imbustati da chissà quanto tempo? A parte lo sgradevolissimo ( e poco salutare) retrogusto di alcool, ma anche la consistenza …la trovo veramente “stopposa”!!!
Ciao!!!!
La panna cotta è un dessert che non tradisce mai.
Uno dei dolci più conosciuti ed apprezzati, sia in Italia che all’estero. Semplice nella preparazione e delicato nel gusto, è estremamente versatile, con un pò di fantasia, può essere servito in ogni stagione semplicemente giocando con gli ingredienti delle salse di accompagnamento.
Così, per la versione che vi propongo oggi, mi sono lasciata ispirare dalle noci ( che specialmente in questo periodo non mancano mai in casa mia…e quest’anno la pianta è stata molto generosa!) e dal mosto ( regalatomi giorni fa da una mia amica) , che ho fatto “cuocere”, rendendolo così bello denso e cremoso.
La ricetta della panna cotta è quella classica che ormai uso da anni, supercollaudata.
Con la ricetta di oggi, colgo l’occasione per parlarvi di un progetto tutto nuovo che mi sta molto a cuore.
Si tratta di una collaborazione con un’azienda del mio territorio, l’Antico Pastificio Umbro, che da anni opera nel settore pastaio con con particolare attenzione al rispetto delle tradizione ed all’innovazione.
Infatti, la lavorazione è ancora molto legata alla tradizione: trafile in bronzo, telai in legno, matasse (nidi) composti a mano con la sapienza dell’artigiano, essiccazione lenta e con bassa temperature, il tutto realizzato tramite processi certificati ed attrezzature specifiche altamente professionali, al fine di garantire alla propria clientela, un prodotto di alta qualità realizzato secondo standard specifici.
Vasto assortimento di prodotti, tutti realizzati artigianalmente con pregiati grani accuratamente selezionati 100% italiani.
Per la ricetta di oggi ho scelto le tagliatelle della linea Tradizionale all’uovo, un ottimo prodotto, sano e genuino grazie all’utilizzo di materie prime accuratamente selezionate, come le uova utilizzate che provengono solo da “galline felici” , allevate a terra, nel rispetto della natura.
Che languorino!!! Ora non mi resta che augurarvi…buon appetito!!!
Novembre nella sua “decadenza pittorica” ci regala dei frutti preziosi. Tra zucche, castagne e melograni un posto di tutto rispetto va ovviamente ai funghi. La ricetta di oggi, STRANGOZZI AI SANGUINELLI, ha come ingrediente principe una specie di fungo meno famoso, ma che in Umbria ( soprattutto nella zona di Spoleto ), è molto ricercato ed apprezzato.
Il suo nome botanico è il Lactarius sanguifluus , noto però con nomi diversi a seconda dell’area geografica: Sanguinello, Fungo del Sangue, Rosito. Tutti nomi che riportano alla sua caratteristica essenziale di macchiarsi di rosso una volta tagliato.
Per la realizzazione di questa ricetta ho utilizzato gli Strangozzi della Linea Tradizionale dell’ Antico Pastificio Umbro, una pasta prodotta artigianalmente con grani 100% selezionati, trafilata al bronzo ed essiccata a basse temperature.
Alla prossima!!!!
La mia passione per i dolci americani è, ormai, ben nota e quella per i COOKIES supera tutto! Biscotti croccanti con un cuore morbido, o come direbbero gli americani chewy, dalle mille varianti possibili.
Questi biscotti in casa mia riscuotono sempre un notevole successo! A questo giro…quasi non riuscivo a fare le foto!!!!
Oggi per i miei COOKIES ho scelto il cioccolato bianco ed i cramberries, un’accoppiata che ormai in America è un vero must e che io avevo già avuto modo di testare nei muffins, restandone inesorabilmente conquistata.
Cosa sono i Cramberries? Mah…in realtà noi non abbiamo una corrispondente specifica, letteralmente sono dei mirtilli rossi, che a quanto pare in America sono piuttosto comuni. Qui in Italia non conosciamo le diverse tipologie di mirtilli, o almeno . Comunque, anche se qui in Italia non conosciamo le diverse tipologie di mirtilli…niente paura perchè, grazie alla globalizzazione, si trovano molto facilmente nel reparto frutta secca di ogni grande distribuzione, o nei più forniti negozi bio.
Ma ora veniamo alla ricetta dei COOKIES AL CIOCCOLATO BIANCO E CRAMBERRIES, per la quale mi sono rifatta – più o meno fedelmente – a quella della mitica catena California Bakery.
Buona produzione…seriale!!!!
La semplicità paga sempre. Ed io, di questo ne sono fermamente convinta.
Come gli ingredienti di questo primo piatto, materie prime semplici, se vogliamo anche povere ma che insieme ci regalano un piatto perfettamente equilibrato.
Ribadisco l’importanza di utilizzare sempre materie prime di ottima qualità, e questo soprattutto quando si stratta di piatti semplici con pochi ingredienti.
Buon Appetito!!!
Questa torta mi ha conquistata a prima vista quando, grazie al simpatico giochino ” scambiamoci una ricetta” ( ogni mese ad ogni partecipante viene assegnato un blog da cui scegliere una ricetta da replicare), mi sono trovata a spulciare il fantastico blog di Giorgia Riccardi Barbie magica cuoca.
Tra le tante ricette proposte da Giorgia ( e ce ne sono veramente per tutti i gusti!!!) questa torta mi ha incuriosito particolarmente. Sarà stato l’abbinamento pere-mandorle, che non avevo mai provato, o la presenza delle mandorle ( che adoro ovunque ), oppure il croccante streusel ( o crumble, o briciole che dir si voglia!)!
Detto fatto!!!!
Eccola qui la mia TORTA PER E MANDORLE!!!
La ricetta originale, seguita anche da Giorgia, è quella della mitica Delia Smith, alla quale io ho apportato solo una piccola modifica, prediligendo la tipo 1 rimacinata a pietra. In questo tipo di torte, dal sapore un pò rustico mi piace accentuarlo con ingredienti poco raffinati.
Vi aspetto alla prossima ricetta!!!
Buongiorno amici e, soprattutto, BUON ANNO!
Mi direte…” a buon ora” ! Si, effettivamente me la sono presa un po’ comoda ma, essendo ancora nel primo mese dell’anno, sono in tempo per farvi i miei auguri .
Come per me, auguro anche a voi che questo nuovo anno sia ricco di nuovi progetti, nuove sfide e con esse nuovi stimoli per realizzarli.
Ma soprattutto auguro nuovi occhi con cui guardare le cose che ci circondano, le persone che incrociamo nella nostra vita.
Nuove prospettive, nuovi punti di vista per non restare bloccati in pregiudizi e giudizi affrettati.
Ma questi nuovi occhi ci servano anche e soprattutto per rivedere la scala dei valori e delle priorità, per togliere fiducia a chi l’ha tradita e stima a chi non la merita più.
Vi auguro un anno di pulizia, di rinnovamento…solo così potrà essere veramente definito un ANNO NUOVO!!!
Quindi, dopo tutta questa premessa, per la prima ricetta del 2016 non potevo che partire dall’….INIZIO!!!
Una ricetta che renderà le vostre colazioni ( come è giusto che siano ) il momento più importante ed appagante della giornata.
Si tratta della ricetta per preparare in casa la Granola, un mix di cereali, frutta secca e disidratata, ma ben distinto dal Muesli.
Anche se molti li confondono, in realtà i due composti sono simili ma non uguali.
Infatti, a differenza del muesli che è un insieme di cereali “nudi e crudi” non tostati né dolcificati, la granola è molto ma molto più gustosa, perché al mix di cereali come il muesli viene aggiunto dello sciroppo di acero, sciroppo di agave o miele e poi fatto tostare in forno. Il risultato, come potrete ben immaginare, è qualcosa di assolutamente gustoso, croccante e deliziosamente profumato.
Una ricetta facilissima e velocissima ed estremamente versatile perché personalizzabile a seconda dei vostri gusti e/o necessità, scegliendo gli ingredienti da mixare.
Sarà divertente creare questo mix croccante da gustare nel latte, nello yogurt ma anche da solo…così come uno snack sfizioso adatto ad ogni momento della giornata!
Una volta preparato e fatto raffreddare si conserva ben chiuso in barattoli di vetro o scatole di latta per ben 15 giorni, ma vi assicuro che la conservazione è l’ultimo problema che vi dovrete porre!!!!
Unica controindicazione: crea una forte dipendenza!
Mio marito, sportivo e salutista, mi ha implorato di non lasciarlo più senza. Ne è assolutamente assuefatto!!!!
Buona granola a voi!!!!
Salve a tutti amici!
Ancora fritti di carnevale…si! Ed ancora frappe…che a mio avviso sono il fritto per eccellenza!
Chiariamo subito che a me fanno impazzire tutti i dolci di Carnevale e che questo è l’unico periodo dell’anno che mi lascio tentare dalla frittura. Il fatto è che a Carnevale non posso proprio resistere!
Quest’anno ho sperimentato diverse ricette nuove di frappe o cenci, crostoli…che dir si voglia. Alcune mi hanno proprio deluso, nonostante fossero sponsorizzate moltissimo su diversi blog di amiche/colleghe, altre come questa mi ha letteralmente conquistata.
Il fatto è che quando si parla di tradizione, si può apportare qualche modifica, ma non stravolgere completamente gli ingredienti.
Vabbè, non mi dilungo oltre e vi lascio con questa ricetta assolutamente perfetta di Pellegrino Artusi, per delle frappe super fragranti, super bollose e che assorbono pochissimo olio in cottura!!!
Sono veramente ottime…si sciolgono in bocca! Leggerissime e fragranti!
A me piace guarnirle con tanto miele e zucchero a velo oppure miele ed Alchermes!!!!
E allora cosa aspettate….? Buon Giovedì Grasso
Buona domenica!
Anche questo mese ho partecipato al simpatico gioco tra foodblogger ” scambiamoci la ricetta” ma stavolta arrivo in extremis alla pubblicazione del post….la scadenza è proprio oggi!!
E pensare che sono diversi giorni che ho tutto pronto….foto, ricetta ecc. ma in questo periodo non riesco a trovare 5 minuti di tranquillità ( fisica e, soprattutto, mentale) per sedermi e scrivere un post!!!Questa volta ho avuto modo di conoscere ed apprezzare il blog di Elisabetta Contardo ” Mamma in carri…ola” da cui ho deciso di replicare i suoi Muffin all’arancia con amaretti e cioccolato!
Alla ricetta originale ho apportato qualche piccola modifica, come l’aggiunta della buccia grattugiata dell’arancia e l’olio di semi, per garantire un maggior profumo e morbidezza.
A presto,
Eccomi…ce l’ho fatta!!!!
L’assenza è stata lunga ma per fortuna non dovuta a nessun evento spiacevole. Anzi….
Diciamo che mi sono presa un periodo di stand by…necessario, a volte, per riordinare le idee e soprattutto per ricaricare le energie, spese in altre sfere.
E con l’arrivo dell’estate ( anche se quest’anno ha un pò tardato!!!) e del sole tutto riprende colore e vita….anche i blog dimenticati!!!!!
Per festeggiare il ritorno ed inaugurare la bella stagione, non ho travato niente di meglio di questi biscottini allegri e coloratissimi!!!!
Gli ANGURIOTTI!!!
E’ una ricetta che presi diversi anni fa in un forum di cucina, super collaudata, super richiesta per tutte le feste di compleanno dei bambini…ma che poi piace anche ai grandi.
Si tratta di una semplice frolla, ma che con un pò di colorante e qualche goccia di cioccolato si crea un effetto proprio carino!!!!
CONSIGLI:
Questo plumcake è un rustico morbidissimo e gustoso, con tante zucchine e golosi pezzetti di formaggio…perfetto in ogni occasione.
Può essere preparato il giorno prima ( si mantiene tranquillamente per 2-3 giorni ), servito come antipasto o come sfizioso aperitivo, comodo da portare per un pranzo al sacco o pic-nic , immancabile nei buffet.
Potrete anche divertirvi a cambiargli “veste”…cuocendolo in una teglia rettangolare e servirlo a quadrotti oppure in versione mini-muffin come eleganti monoporzioni!!!
Ciao!
L’evento simbolo della città di Foligno, ed anche uno degli appuntamenti da non perdere per chi decide di venire in Umbria, è senza dubbio quello della Quintana. Una tra le più conosciute ed apprezzate gare a cavallo italiane, tanto da essere indicata come “L’Olimpiade dei Giochi di Antico Regime”. Un evento che racchiude tutte le eccellenze di questo meraviglioso territorio: quelle culturali, storiche, enogastronomiche, architettoniche e rievocative.
La Giostra della Quintana si svolge a Foligno in due sessioni, a Giugno e a Settembre. La prima gara o giostra, viene disputata in notturna ed è denominata “La Sfida” mentre la seconda nel pomeriggio ed è chiamata “La Rivincita”.
Ma cos’è la Quintana?
E’ una rievocazione storica organizzata con passione e dedizione dal 1946 e proprio quest’anno festeggia il settantennale, ispirata ad un’antica competizione equestre del 1613, organizzata in occasione dei festeggiamenti del carnevale in cui cinque cavalieri di altrettante famiglie gentilizie si affrontarono per decidere se fosse più confacente ad un cavaliere d’onore la fedeltà al principe o quella alla dama.
Al ” Campo de li Giochi”, 10 cavalieri che rappresentano i 10 rioni in cui è divisa la città di Foligno ( rione Ammanniti, rione Badia, rione Cassero, rione Contrastanga, rione Croce Bianca, rione Giotti, rione La Mora, rione Morlupo, rione Pugilli e rione Spada) si contendono il Palio gareggiando in armatura in sella ad un cavallo, con lo scopo di infilare i fatidici 9 anelli, 3 per ogni tornata . Ad ogni turno cambia anche la dimensione dell’anello, in modo decrescente (10, 8 e 6 cm). Vince il cavaliere che riuscirà a terminare il percorso con tutti gli anelli infilati nella lancia, senza penalità e nel minor tempo.
al più bravo tra i bravi de’ cavalieri vostri in campo, prezioso palio e sorriso di Madonna illustre
Ma la Quintana non è solo gara. La festa, infatti, inizia nelle due settimane che la precedono , con l’apertura delle taverne rionali. Il vero cuore pulsante di ogni contrada, dove si concentra l’aggregazione e la passione del popolo quintanaro. Vengono proposti piatti della tradizione umbra, con particolare attenzione alla gastronomia seicentesca il tutto annaffiato dall’ottimo vino delle colline umbre.
La sera prima della Giostra, per le strade del centro cittadino si snoda il Corteo Storico, con circa 800 personaggi in sontuosi abiti barocchi.
Nobili e dame, cavalieri in sella ai loro destrieri, paggi e valletti, tamburini e trombettieri, alfieri e sbandieratori riportano Foligno indietro nel tempo facendo rivivere l’emozione del passato. Rinomata è la bellezza delle dame a cui ogni rione affida la rappresentanza della propria contrada.
Dame superbe in preziosi broccati coi lor sorrisi alle genti intorno…
Tutte accorrete, o genti de’ Rioni, tutte accorrete a gioir di Vittoria, anco se arride altrui,
ché la concordia e l’amor de la Cittade tutta son pur Vittoria e bella e grande!
L’atmosfera coinvolgente, la spettacolarità dei costumi, l’agonismo della gara regalano un evento che rimane nel cuore di chi lo vive.
Questa è stata la mia prima volta in Sicilia.
Tante, troppe volte sognata, progettata, ma poi…per un motivo o per un altro sempre “scivolata” dalle mani.
Quest’anno, all’ ultimo momento, si è deciso e si è partiti. Ed è proprio vero…le cose improvvisate risultano sempre le migliori!
La nostra scelta è caduta sulla parte occidentale dell’isola perché essenzialmente volevamo fare mare, del bel mare. E’ così che siamo approdati nella bellissima provincia di Trapani, zona San Vito Lo Capo.
Siccome il tempo a nostra disposizione non era moltissimo, abbiamo cercato di ottimizzare al meglio i giorni, senza però stressarci ed assecondando essenzialmente i bisogni e le esigenze di nostro figlio di 9 anni.
Ma tutto questo in Sicilia viene da sé. Basta lasciarsi guidare, trasportare, ispirare dalla natura.
Infatti, dal primo momento che abbiamo messo piede in terra sicula siamo stati subito pervasi da una sensazione di appartenenza a quei colori, a quel clima, a quei sapori a quei profumi. Sensazione che ti guida in un itinerario emozionale unico.
Dopo essere atterrati all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo e ritirato l’auto noleggiata on-line ci siamo diretti verso San Vito Lo Capo, precisamente nella frazioncina di Macari dove abbiamo alloggiato per tutta la settimana. Sistemazione che si è rivelata assolutamente vincente. Tranquilla e strategica, vicina a tutto (2 km da San Vito), ma lontana dal frastuono e dal caos del centro cittadino.
Abbiamo girato in lungo ed in largo le spiagge e le riserve naturalistiche della zona, alternando bagni memorabili ( far uscire mio figlio dall’acqua è stata la vera impresa della vacanza!) a visite turistiche degne di nota ( Trapani, Erice ) senza tralasciare delle “pappate” superlative, perchè il cibo qui in Sicilia la fa proprio da padrone: busiate ai frutti di mare, cous-cous, arancini, cannoli, caponate…solo per ricordarne qualcuno!
Ora vi darò qualche consiglio dettato dalla mia “personalissima” esperienza e da quello appreso in loco.
I BAGNI DA NON PERDERE:
Senza nulla togliere al resto della Sicilia, in questa zona si trovano alcune tra le più belle spiagge e litorali di tutta l’isola.
Queste quelle che non potrete assolutamente perdere se e quando verrete.
Le spiagge di Macari, Bue Marino, Isulidda e la Baia di Santa Margherita.La Spiaggia del Bue Marino (eletta spiaggia più bella d’ Italia 2015), di Macari e la vicina Isulidda offrono scenari paesaggistici e una bellezza rara che contraddistingue questo tratto di costa siciliano spettacolare. Consigliate le scarpe da scogli.
Se invece preferite spiagge di sabbia, una valida alternativa al caotico affollamento di San Vito è rappresentato dalla Baia di Santa Margherita, lunga spiaggia sabbiosa con chiosco ed ombrelloni.Riserva Naturale dello Zingaro, nota come una delle più belle spiagge d’ Italia, è un luogo magico nella penisola di San Vito Lo Capo. Con scarpe da ginnastica ai piedi, è possibile percorrere i 7 km di sentiero ed ammirare le scogliere a picco per poi scendere alla scoperta di piccole cale di rara bellezza, dove il mare cristallino, che vira dal verde all’azzurro più intenso, cela fondali ricchi di coralli e pesci. Indispensabili: scarpe da ginnastica e maschera con boccaio.
La tonnara ed i Faraglioni di Scopello. Una caletta non molto grande, dove il mare è di un profondissimo blu e la bellezza dei fondali marini è incomparabile. La caratteristica del luogo è rappresentata dai grandi Faraglioni che si levano irti e ricoperti di vegetazione e dal vecchio stabilimento della tonnara, da tempo in disuso e divenuto ora B&B nonché location di set cinematografici e fotografici.
La riserva naturale del Monte Cofano. Mare incontaminato e costa selvaggia. La Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano è un’area protetta, istituita nel 1997, raggiungibile da Custonaci o da Castelluzzo. Indubbiamente una delle più interessanti attrazione della zona, dove è possibile contemplare scorci di mare cristallino sormontati dall’imponente struttura dolomitica del Monte Cofano. Protetta dal silenzio, invasa dalla rigogliosa vegetazione mediterranea e costellata da enormi rocce rotolate fino al mare, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Partendo da San Vito Lo Capo si giunge all’ ingresso ovest della riserva, quindi si prosegue a piedi fino alla Torre di Tono attorniata dalle piccole case dell’antico borgo marinaro. La Riserva mette a disposizione vari percorsi per gli amanti della natura, per chi ama passeggiare, per chi ama il trekking e per gli amanti del ciclismo. Da lì si può proseguire, infatti, percorrendo tutto il sentiero della Riserva che arriva fino a Custonaci. I più audaci e con buone doti atletiche possono salire in vetta (659 metri) ed ammirare un panorama mozzafiato che spazia a 360°.
La spiaggia caraibica di San Vito Lo Capo;
COSA VISITARE:
Sebbene il mare sia una delle maggiori attrattive, non si possono non citare:
ERICE, delizioso borgo medievale, adagiato sull’omonimo Monte Erice. Dai i suoi 750 mt di altitudine, a picco sulla città di Trapani, si godono dei panorami mozzafiato. Da un lato Trapani e le sue saline, le Isole Egadi, e ancora più a Sud Marsala e dall’altro il Tirreno, il golfo di Castellammare e la costa che arriva a San Vito lo Capo con l’imponente Monte Cofano. Il borgo mantiene pressoché intatto il suo aspetto medievale: le stradine selciate ed i muri di pietra, dalle strade selciate ai muri di pietra, quasi sempre a protezione dagli sguardi esterni di cortili fioriti in cui si svolge la vita familiare, la sensazione che si ha, percorrendo le trame che compongono i lastricati ericini, è di un’immersione nel passato remoto si gode una vista mozzafiato sul livello del mare, da cui si gode una vista incantevole su Trapani e le saline, nonché sulle isole Egadi.
TRAPANI e le sue saline;
le ISOLE EGADI ( se avete più di una settimana a disposizione ed almeno un paio di giorni da dedicarvi);
le TERME LIBERE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Questa è stata una scoperta che si è rivelata la “vacanza nella vacanza”. Demoralizzati, infatti, dal tempo avverso ( nuvole, vento e pioggerellina) abbiamo deciso di fare una gita verso Castellammare del Golfo. Avevo sentito parlare delle Terme di Segesta, ma arrivati a destinazione non ci hanno ispirato affatto. Quindi, inizialmente titubanti, abbiamo seguito le indicazioni reperite qua e là per le terme libere. Sono praticamente attaccate a quelle della struttura a pagamento ma sono un paradiso. Ci siamo divertiti e rilassati tantissimo entrando ed uscendo dalle varie anse naturali con acqua sulfurea a 38°-40°, cascate, grotte ed argilla da spalmare per un vero trattamento di bellezza.
Nei dintorni meritano una visita:
DOVE MANGIARE:
San Vito Lo Capo: Trattoria Azzurra Makari, ottimo rapporto qualità prezzo. Su una terrazza con vista mozzafiato, un bellissimo tramonto sul mare sormontato dal maestoso Monte Cofano. Imperdibile: Busiate all’azzurra ( foto) e la caponata….indimenticabile!!!!! Necessaria la prenotazione.
In pieno centro, a San Vito, non potete farvi sfuggire una visita alla gelateria ” Belli freschi“, ottimi gelati, strabordanti brioche e granite superlative. Cortesia, simpatia e qualità TOP!!!!!
Erice: Ristorante Gli Archi di San Carlo, sorge all’interno di un vecchio convento tra le viuzze del paese. Gentilissimi i proprietari, cibo curato dal buon rapporto qualità-prezzo.
Spero di avervi fatto vivere, seppur virtualmente, un pò della mia meravigliosa esperienza in terra sicula e – magari anche – di avervi fatto venire un’idea per un prossimo viaggio.
Baci.
Il Pan di Zucca è un morbido pane con tutto il colore, il sapore e…soprattutto la forma, di questo meraviglioso ortaggio autunnale.
Si prepara senza acqua, in quanto prende la sua umidità dalla purea di zucca, precedentemente cotta al forno in microonde,al vapore o in padella ( io ho optato per quest’ultima soluzione), con la sola aggiunta di sale e qualche erbetta aromatica a vostro piacere ( salvia, rosmarino, ecc. ).
La ricetta originale è quella di Gabriele Bonci, e già questo è sinonimo di riuscita! Il risultato sarà assolutamente soddisfacente, paninetti soffici e molto coreografici, perfetti da mettere in tavola per stupire ospiti e bambini.
Saranno ottimi se gustati con zuppe a base di legumi, salumi e formaggi stagionati.
INGREDIENTI
Dose per circa 12-15 paninetti o due belle pagnotte da 800 gr. circa l’una
800 gr. farina tipo 1 macinata a pietra
200 gr. farina manitoba
700 gr. purea di zucca
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
2 cucchiaini di sale
10 gr di lievito di birra
erbe aromatiche a piacere (salvia, rosmarino)
curcuma
spago da cucina
PREPARAZIONE
CONSIGLI
Per garantire la giusta umidità durante la cottura inserire nel forno una teglia con dell’acqua fredda, oppure, come suggerisce Sara Papa, gettare sul fondo del forno acceso qualche ghiacciolo al momento di infornare i panini.
Buon Week End!
Le torte di mele sono un classico, ognuno ha la sua ricetta e tutte sono buonissime.
Quella che vi propongo oggi, prevede l’utilizzo di mele caramellate e frullate, che rendono l’impasto ancora più morbido e gustoso! Facilissima e morbidissima, perfetta da servire in ogni occasione: come fine pasto, per merenda o colazione.
Se amate, come me, questo tipo di torte non potete non provarla subito.
INGREDIENTI:
180 gr di farina
( io ho utilizzato tipo “1” macinata a pietra ma potete utilizzare anche una “0” o”00″)
100 ml olio di semi di mais
4 mele
4 cucchiai di latte
2 uova
100 gr zucchero ( semolato o grezzo di canna, oppure metà e metà)
1 bustina di lievito per dolci
1 limone ( scorza grattugiata e succo)
cannella q.b.
1 noce di burro
PROCEDIMENTO
Affettare le mele a spicchi. Caramellarle 2 in una padellina con una noce di burro ed un cucchiaio di zucchero preso dal totale. Le restanti due mele, tagliarle a fettine ed irrorarle con il succo di limone.
Frullare le mele caramellate con poca cannella, quindi impastarle con la farina, lo zucchero, le uova, il lievito, la buccia di limone grattugiata, il latte e l’olio.
Versare il composto in una tortiera, di circa 24-26cm, precedentemente ricoperta di carta forno (inumidita e strizzata).
Guarnire con le fettine di mela ed infornare a 170° per circa 40-45 minuti.
Buon appetito!